17/05/2016 Il termine fraschetta ha un’origine antica, che risale al medioevo e ai tempi dell’antica Roma.
Deriva dall’usanza di mettere sopra l’ingresso dei locali – come fosse un’insegna - un ramoscello, frasca, per indicare ai viandanti che il vino nuovo era pronto e lì potevano rifocillarsi. In queste cosiddette fraschette non veniva servito cibo, fatta eccezione per il pane e le uova sode.
Lo si poteva però portare da casa, magari chiuso in un fagotto di canapa, e consumare insieme al vino. In poco tempo iniziarono a fare la loro comparsa, in prossimità dei locali, dei banchi in cui si vendevano i generi alimentari più diversi.
Oggi le fraschette hanno un pò perso la loro connotazione originale per diventare locali in cui è possibile consumare un pasto completo. Sono però rimasti i prodotti tipici della tradizione laziale: salumi locali freschi e stagionati, formaggi, bruschette, porchetta, salsicce di cinghiale. I primi della tradizione romana: amatriciana e carbonara. Il tutto annaffiato dalla romanella, vino rosso leggermente frizzante tipico dei Castelli Romani. Con l’arrivo della bella stagione le fraschette si popolano di romani, e non solo, in cerca di un po’ di fresco, buon cibo e vino serviti in un ambiente informale. La più alta concentrazione di questi locali si trova ad Ariccia, località a soli 25 km da Roma in cui su alcune vie e pizze si susseguono decine di fraschette.